Gara dopo gara - ARCHIVIO

Oltre 250 km percorsi dal nostro Felice Campanile nella regina delle classiche che si è tenuta sabato 13 aprile 2019 in territorio francese. Complimenti per l'ottima performance. Ci piace riportare qui il suo racconto, le sue emozioni....
"Pensavo che chiamarla l'inferno del Nord era solo un modo per rendere più fascinosa questa gara ma ora che l'ho provata posso confermare che è davvero un inferno incredibile. Scriverò prima un po' di cose su quello che è questa gara e poi su come è andata la mia, dove ho avuto un po' di sfortuna ma non provo rammarico e non recrimino niente perché ho dato il 110% (di seguito nel dettaglio!).
LA PARIS ROUBAIX
il pavè non fa sconti a nessuno, 29 settori di pavè per quasi 55km di salti, balzi scossoni, fatti di sudore, polvere ovunque, gambe che bruciano e soprattutto dolori incredibili alle mani e alle braccia. Le mani fanno talmente male che hai quasi voglia di lasciare il manubrio, ma non lo fai perché sai che andresti dritto per terra, quindi stringi i denti (non le mani perché più stringi il manubrio e più il dolore aumenta) e cominci a pensare "ma quando finisce sto cavolo di settore!!!". Quando ritorni sull'asfalto sembra di planare ??????. E più si va avanti con i settori e più si soffre. Già dopo il 6/7 cominci a odiarlo, ma tutti quelli oltre il 20mo sono un vero incubo.
In pratica quando sei sul pavè la bici è parzialmente controllabile quindi cerchi di andare il più veloce possibile per far sì che finisca prima e sperando che chi è davanti a te mantenga la stessa velocità altrimenti sei costretto a manovre al limite.
Una menzione va sicuramente fatta alla Foresta di Arenberg, luogo icona di questo evento, settore a 5 stelle (i più duri, in totale sono 3). Sostanzialmente sembra di essere alla giostra del toro scatenato. La bici è indomabile perche il pavè è veramente ridotto male. L'ho chiuso in maniera decorosa, con una buona velocità, perché ci sono arrivato mentalmente preparato, ma vedere la striscia nera di fine settore è una manna dal Cielo per tutti i dolori che si provano durante. Anche le urla del pubblico che assisteva alla gara ti davano forza perché erano consapevoli del momento difficile.
LA MIA PARIGI ROUBAIX
è stata una gara dai due volti: fino al 114mo km tutto perfetto ero un po' sotto i 30 di media e stavo molto bene di gambe nonostante i dolori alle mani. Dopodiché all'ingresso in un settore di pavè ero 3o in gruppo di 15 e siamo entrati a circa 38kmh. Dopo circa 100 metri il primo ha sbagliato una manovra ed è caduto, sono riuscito a frenare ma non ho potuto evitare la caduta, qualche escorazione (vista solo a fine gara sotto la doccia) ma tutto sommato i dolori del colpo erano sopportabili. Purtroppo però poco dopo mi sono accorto di aver rotto il deragliatore posteriore e il cambio, dietro, è rimasto sul 12. Ho dovuto fare gli ultimi 60km con rapportoni duri che mi hanno massacrato le gambe per la forza che dovevo mettere, e soprattutto non potevo mai rilanciare la bici. Vi lascio immaginare cos'era quando perdevo velocità sui pavè... Sommato al forte e freddo vento che ha contraddistinto la giornata odierna. Alla fine ho chiuso in 7 ore circa, negli ultimi 60km ho perso quasi un'ora rispetto al passo precedente, ma non recrimino niente.
Come ho già scritto sono cmq soddisfatto. La gara è durissima e cadute o guasti meccanici possono capitare. Sono contento di ciò che ho fatto perché ho dato il 110%. Il 100% nei primi 114km. Altro 10% per aver avuto determinazione e pazienza di portare la gara a termine nonostante il guasto meccanico, senza scoraggiarmi e accettando l'accaduto. "Testa sotto e pedalare, sempre e comunque!". E poi oh... Questa è proprio una gara tosta!!!"

Ciao! Se vuoi proseguire nella navigazione di questo sito ti invitiamo a leggere l'informativa sulla Privacy Policy e la Cookie Policy per capire meglio come raccogliamo e trattiamo i dati ed in che modo puoi esercitare i tuoi diritti su di essi. SE SCEGLI DI PROSEGUIRE accetti l'utilizzo dei cookies per i fini indicati.